STORIA DI UNA VECCHIA GLORIA

Una breve storia che racconta di calcio, ricordi e miracoli.

Mattina.
Un raggio di sole fa breccia nella leggera foschia che avvolge una città ancora non completamente sveglia.
Percorro il sesto chilometro della mia corsetta-mantienimi-giovane-e-atletico e passo accanto a un campetto. Quattro giovani danno calci a un pallone che, all’improvviso, s’impenna e viene verso di me.
“Palla!” urlano, mentre uno dei ragazzotti segue correndo la traiettoria della sfera.
La palla è alta ma prevedibile. Rallento, prendo il tempo e, con la classe di un ex giocatore dai piedi sempre buoni, stoppo il pallone. Il ragazzo che correva è a pochi passi da me e la palla non ha ancora toccato terra.
È qui che succede qualcosa. Un calore che parte da dentro. Trance agonistica. Il CR7 che è in me viene fuori.

Ed è subito finale dei mondiali.

Con un mix di tecnica al 2%, faccia tosta al 44% e culo per il restante 54%, eseguo nell’ordine:
sombrero Ronaldinho style al malcapitato adolescente
elegante stop di petto
rabona al volo prima che la palla tocchi terra che nemmeno Ricardo Infante e  Giovanni Roccottelli*
Per una strano effetto (merito del culo sopracitato) la palla passa sopra la traversa, rimbalza in campo, rotola all’indietro, termina in gol.
Delirio. I ragazzini intonano il mio nome in coro, pur non sapendolo.
“Minchia zio ma chi sei!? Ohhhh Fenomeno!” E così via. Gongolo.
“Ti fermi a fare due tiri?”

“Bella fra’, facciamo tre contro tre.”

Gambe divaricate, espressione arrogante alla Ibra e sorriso sornione, ringrazio, declino e vado via. Li lascio convinti di aver incontrato grande un calciatore a fine carriera.

Perché se c’è una cosa che l’improvvisazione mi ha insegnato è proprio quella di godere di ciò che accade, qui e ora, come per magia. Tentare di ripeterla sarebbe un grande errore.
Si sarebbero accorti di che razza di mediano mediocre ero…

*: Infante è considerato l’inventore della rabona mentre Roccottelli il maestro italiano della suddetta tecnica.

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